Ieri sono stata alla Galleria del Costume all'interno di Palazzo Pitti, (questa settimana i musei sono gratis,approfittatene!) e ho scoperto gli abiti di Dianora Marandino, una stilista e un'artista molto eclettica attiva nella Firenze del dopoguerra, in stretto contatto con la scena artistica cittadina dell'epoca. Su Internet non ho trovato nessuna informazione su di lei,a parte quelle fornite da questa mostra, ne deduco che è ingiustamente poco conosciuta. I suoi abiti mi hanno davvero sorpreso, sono concettuali e semplici insieme, e così avant garde ancora oggi! ; sono abiti interamente colorati a mano (probabilmente la stoffa è in origine color ecrù, non tinta), con tecnica forse a pennello. A guardarli da vicino, le pennellate li fanno sembrare colorati con dei grossi pennarelli.Alcuni abiti sono stati dipinti dopo essere stati assemblati mentre per altri sono stati colorati prima i singoli pezzi, a seconda dell'effetto voluto...cosa che rivela un preciso e meticoloso progetto dell'abito. Le forme sono necessariamente pulite e semplici (classiche linee anni '50), per accogliere le fantasie, temi floreali o grafiche geometriche, dagli accostamenti di colori a volte audaci, a volte più neutri. E' come se il bozzetto stesso dell'abito fosse stato ingrandito alla giusta scala e usato al posto della stoffa. Dianora credeva fortemente nell'unicità e nella lavorazione artigianale, ecco perchè mise fine alla sua attività di stilista quando la moda accolse le produzioni industriali. Ecco alcuni stralci interessanti dal testo della mostra:
Ma il suo lavoro, in apparenza spontaneo, si rivela in realta' un'operazione meditata e colta. La sua creativita' era sostenuta da una formazione culturale continuamente aggiornata sulle tendenze e le correnti artistiche contemporanee, pittoriche e non soltanto.
Nella sua opera si assommano la personalita' dell'artista - che spesso firma i suoi lavori, - e l'abilita' dell'artigiano. Di quest'ultimo Dianora possedeva la capacita' di eseguire tutto cio' che fosse stato necessario alla realizzazione di un'opera e, da abile sperimentatrice autodidatta qual era, si riconosceva in questa figura, tanto da seguire personalmente tutte le fasi della creazione di un capo: dalla progettazione all'esecuzione di foggia e apparato decorativo, tracciando un percorso che diverra' proprio degli stilisti e dell'industria della moda."
Fino al 15 Maggio 2011, alla Galleria del Costume, Palazzo Pitti.
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